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Lavoro all’estero, chi ha diritto alla NASPI?

Sara Bonomelli2 Ottobre 202322 Settembre 2023

La NASPI, o ‘Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego’, è un ammortizzatore sociale che svolge un ruolo cruciale nel fornire sostegno economico ai lavoratori che si trovano in una situazione di disoccupazione involontaria. Questo programma offre un’indennità mensile a coloro che hanno perso il loro lavoro da dipendente, contribuendo a garantire una certa stabilità finanziaria durante un periodo difficile.

Come spiegato chiaramente dall’INPS, l’indennità NASPI entra in vigore dopo l’ottavo giorno dalla data di cessazione del rapporto di lavoro ed è erogata mensilmente per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione accumulate nei quattro anni precedenti. In breve, è un sostegno finanziario essenziale per coloro che si trovano senza lavoro e che hanno contribuito al sistema previdenziale.

Una delle domande frequenti tra i lavoratori riguarda l’accesso alla NASPI dopo aver lavorato all’estero come ultima esperienza professionale. In altre parole, chi risiede in Italia ma ha svolto il suo ultimo lavoro all’estero può comunque fare domanda per la NASPI? L’INPS fornisce una risposta chiara su questo argomento.

La legge italiana stabilisce chiaramente chi ha diritto a richiedere la NASPI e chi è escluso da questo ammortizzatore sociale. La NASPI è destinata a lavoratori con rapporto di lavoro dipendente che hanno perso il loro lavoro per ragioni indipendenti dalla loro volontà. Questo comprende anche apprendisti, soci lavoratori di cooperative, personale artistico e lavoratori subordinati a tempo determinato delle Pubbliche Amministrazioni.

D’altra parte, sono esclusi dalla NASPI coloro che hanno volontariamente interrotto il loro rapporto di lavoro attraverso dimissioni o risoluzione consensuale, così come i dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni a tempo indeterminato e gli operai agricoli a tempo determinato o indeterminato.

Vi sono alcune eccezioni. Ad esempio, le dimissioni per giusta causa o le dimissioni durante il periodo tutelato di maternità possono ancora consentire ai lavoratori di richiedere la NASPI.

Per il requisito contributivo, i richiedenti devono avere almeno 13 settimane di contributi contro la disoccupazione nei quattro anni precedenti la cessazione del rapporto di lavoro. Questi contributi includono anche quelli figurativi accreditati per maternità obbligatoria e congedo parentale.

Per quanto riguarda i tempi per la presentazione della domanda, è importante notare che questa deve essere effettuata entro 68 giorni dalla fine del rapporto di lavoro e può essere presentata solo online attraverso il sito web ufficiale dell’INPS.

Quindi, veniamo alla domanda principale: cosa succede se si è lavorato all’estero come ultima esperienza lavorativa? L’INPS spiega chiaramente che la NASPI non è prevista per i residenti italiani, a meno che non rientrino in alcune categorie specifiche, come i lavoratori frontalieri o altre categorie come i lavoratori marittimi, coloro che operano in almeno due Stati membri e altre situazioni particolari.

La NASPI è un importante ammortizzatore sociale che offre sostegno finanziario ai lavoratori disoccupati in Italia. Per chi ha lavorato all’estero come ultima esperienza, l’accesso a questo programma può essere limitato, a meno che non rientrino in specifiche categorie. È importante comprendere le regole e i requisiti per garantire una richiesta di NASPI efficace quando si ha bisogno di questo sostegno economico.

Aiuti, disoccupazione, Lavoro all'estero, naspi

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