Con l’aumento dei casi di Covid-19, principalmente a causa della diffusione della nuova variante Eris, è essenziale comprendere le nuove disposizioni e come comportarsi in caso di positività al virus. È fondamentale, ad esempio, conoscere le implicazioni sul lavoro e se si ha diritto automaticamente all’indennità di malattia Inps.
Un’importante chiarimento è stato reso necessario dopo il Consiglio dei ministri del 7 agosto scorso, che ha abolito il divieto di spostamento dalla propria residenza o dimora in caso di positività al Covid-19.
Con la fine dell’obbligo di isolamento, cambiano anche le regole per i lavoratori. In passato, risultare positivi al tampone garantiva automaticamente il diritto all’indennità di malattia. Tuttavia, da ora in avanti, l’assenza dal lavoro sarà giustificata solo se ci sono sintomi che impediscono di svolgere l’attività lavorativa, come avviene per qualsiasi altra malattia infettiva.
Questo cambia radicalmente le prospettive per i lavoratori asintomatici o con sintomi lievi. Anche se sono in grado di lavorare normalmente, erano costretti a rimanere a casa a causa dell’obbligo di isolamento di almeno 5 giorni. In alcuni casi, questa restrizione veniva bypassata attraverso il ricorso allo smart working, ma quando ciò non era possibile, l’unica alternativa era un certificato medico che giustificasse l’assenza fino al risultato negativo del tampone successivo.
D’ora in poi le cose cambieranno. Secondo Silvestro Scotti, segretario della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), il tampone “non è più un sintomo” e i medici non rilasceranno certificati a meno che non ci siano sintomi che compromettano la capacità lavorativa del paziente. In altre parole, il Covid-19 viene trattato come qualsiasi altra malattia virale: solo la presenza di sintomi rilevanti giustificherà l’assenza dal lavoro fino a completa guarigione, con l’obbligo di essere reperibili per le visite mediche.
Di conseguenza, i certificati medici rilasciati telefonicamente, che erano diventati comuni durante la pandemia, non saranno più sufficienti. Sarà necessario un parere medico personale per determinare se il lavoratore è in condizioni di salute tali da impedire l’attività lavorativa. Questa regola si applica anche a coloro che non hanno un tampone positivo, poiché il Covid-19 viene ora equiparato alle altre malattie infettive.
È importante notare che, nonostante queste nuove disposizioni, i lavoratori hanno ancora il diritto di decidere se recarsi al lavoro o rimanere a casa in presenza di sintomi. A differenza del passato, non c’è un divieto per i lavoratori che presentano sintomi da Covid-19, ma è a loro discrezione decidere come procedere.
Queste nuove regole mirano a proteggere il diritto alla salute dei lavoratori anziché a prevenire la diffusione del virus tra i colleghi. Tuttavia, è essenziale seguire le disposizioni locali e le linee guida sanitarie per garantire la sicurezza di tutti sul luogo di lavoro.